L U C I A N O   L O N G O
torna all'elenco eventi
12 - 27 settembre / 12 settembre - 11 ottobre 2015

Tra fresche acque e antiche mura

ninfe e anguane nelle opere di Luciano Longo
Palazzo della Loggia, Rocca dei Tempesta, Noale (VE)


organizzazione: Comune di Noale (VE), Assessorato alla Cultura
a cura di: Tant'Arte associazione culturale
patrocinio: Expo Milano 2015
periodo: 12 settembre - 11 ottobre 2015
luogo: Noale (VE)



INAUGURAZIONE

Sabato 12 Settembre 2015 - h. 11:00

Palazzo della Loggia - Sala Espositiva, Noale (VE)
Presentazione a cura: dott.ssa Lidia Mazzatto
Seguirà passeggiata alla Rocca dei Tempesta

SERATA DI POESIA

Venerdì 18 settembre h. 20:30
Serata di poesia con Lucio Carraro
Casa Albergo La Rocca, Noale (VE) - Via Rossini, 11

L'OPERA DI LUCIANO LONGO

L’importanza di cogliere il soggetto nel suo essere avviene solo quando l’artista entra nello spirito nella materia e poi seguendo l’esempio della natura, plasma la propria creatura segnandone i passaggi, evidenziando le sue doti taumaturgiche.
È un lavoro fatto di silenzi, di meditazione, di osservazione, per cogliere quei segni vitali che la materia ha in sé, per non incidere con un gesto poco accorto ciò che la natura da sola ha già generato. È questo il primo passo attraverso il quale, Luciano Longo muove il suo estro artistico, è anche il motivo per cui, una personalità poliedrica come la sua, sceglie direzioni tanto diverse, legate da elementi simbolici a cui non può rinunciare: l’eleganza classica, le figure mitologiche, la fusione dei materiali, il cromatismo, sono posti con precise finalità, come lo sviluppo delle sculture e le direzioni in cui possono cogliere ed osservare.
La bellezza è interpretata con emozione, suscitando forti sentimenti e curiosità. Il volto, con gli occhi socchiusi, sembra assorto nella contemplazione, mentre le forme del corpo lasciano leggere la passione, la drammaticità e la forza della vita.
Ciò che colpisce ancora è la dolcezza che queste sculture racchiudono in loro, quasi il gusto di essere modellate proprio così e anche la scelta di lasciare alcune parti dell’opera ancora grezza, sembra un mito creato dall’artista per mantenere un legame tra ciò che l’opera manifesta e quelle che sono le sue origini, una sorta di cordone ombelicale che unisce la materia alla realizzazione della figura stessa.
prof.ssa Lidia Mazzetto